

Dall'ampio menù - che prevedeva anche classici estivi come cocomero e prosciutto e popone, o tipiche offerte da sagra popolare come antipasti toscani, grigliate miste e patatine fritte - mi sono lasciato tentare dall'insalata di trippa e dalla trippa alla fiorentina, tralasciando (ma posso sempre tornare domani) le penne al ragù di trippa. Il mio istinto è stato premiato: l'insalata di trippa con carote, sedano, pomodori ed olive, forse è stata tenuta un po' troppo indietro di sale per i miei gusti, ma la presenza del basilico ha donato al piatto una freschezza insolita ed appetitosa, specialmente quando accompagnata da una bella birra alla spina. Insolita se vogliamo anche la trippa alla fiorentina, in una versione tirata al punto giusto, quindi per niente brodosa, con una punta però di piccante che - anche se la ha allontanata un poco dalla ricetta tradizionale - ha meritato comunque un plauso.


L'evento ha richiamato - ad occhio - circa duecento persone (almeno al primo turno) assistite da un esercito di volontari della Nobile Contrada Sant'Andrea ben riconoscibili dalla maglietta appositamente realizzata per la sagra. Piazza Vittorio Veneto, con la sua conformazione a salotto, ha accolto in un abbraccio tutti i commensali accomodati su lunghe tavolate. La serata, contraddistinta da una fresca brezza estiva, è stata piacevolissima. Nessun rimpianto per essermi perso i "fochi" che sicuramente anche quest'anno avrei dovuto allegramente criticare.


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