venerdì 28 gennaio 2011

Busecca in piazza a Borgosesia

Busecca per tutti anche quest'anno al Carnevale di Borgosesia, che apre ufficialmente domenica 30 gennaio. Ancora una volta non mancheranno gli appuntamenti più sentiti e vissuti dagli appassionati di questo evento della provincia di Vercelli con un ricchissimo programma che coniugherà storia e tradizione a novità e sorprese, il tutto improntato a festeggiare i centocinquanta anni dell'unità d'Italia, con la maschera di Peru Magunella ed il suo vestito tricolore a fare la parte del protagonista. In occasione del carnevale i rioni cittadini di Borgosesia preparavano una fagiolata collettiva. Per dare un tocco di novità nel 1974 venne deciso di riconoscere come piatto ufficiale del Carnevale la busecca - peraltro già piatto tipico delle osterie locali nei giorni di mercato - e di offrirla gratuitamente alla popolazione. Il successo dell'iniziativa fu immediato, consolidandosi anno dopo anno, ed ancora oggi la distribuzione del tradizionale minestrone di trippa e verdure è uno degli appuntamenti più attesi e segna tra l'altro l'apertura ufficiale dei festeggiamenti carnevaleschi. La busecca di Borgosesia viene preparata in piazza in venticinque pentoloni. La cottura inizia alle 6 di mattina per concludersi intorno alle 11.


Come già gli anni passati vi sarà anche un pranzo presso i locali del Centro Pro Loco per oltre cinquecento commensali. Il menù prevede lingua con salsa verde e sottaceti, busecca, bolliti misti, toma valsesiana, frutta. Alla distribuzione della busecca ed al pranzo, si affiancheranno le sfilate dei carri allegorici e delle mascherate a piedi, che ancora una volta animeranno il centro cittadino in un turbinio di colori e di suoni per allietare grandi e piccini; e poi ancora i fantastici e grandiosi veglioni, la "Magunella Bierfest", il ballo dei bambini, e molte altre pittoresche iniziative. Il Carnevale di Borgosesia, che quest'anno festeggia la sua centoventicinquesima edizione, si concluderà il 12 marzo.

venerdì 14 gennaio 2011

Büseca de San Bassan a Lodi

Mercoledì 19 gennaio ricorre la Festa di San Bassiano, santo patrono della città di Lodi. Piazza Vittoria sarà gremita di bancarelle e tutti potranno acquistare i tradizionali filson, le collane di castagne stufate, dal gustoso sapore contadino e gustare un piatto della rinomata buseca de San Bassan, che la Pro Loco Lodi tradizionalmente distribuisce sotto i portici di piazza Broletto dopo il solenne pontificale in cattedrale: circa quindici quintali di fumante trippa cucinata nelle cucine dell’ospedale maggiore di Lodi dai cuochi dell’ospedale guidati dal capo cuoco Stroppa. La trippa a Lodi non è solo cibo, non è solo una ricetta, un modo di mangiare le interiore dell'animale con verdure e spezie; a Lodi la trippa è una tradizione, anzi, forse è "La Tradizione". Prima o poi ogni lodigiano mangia, ha mangiato o mangerà la trippa di San Bassiano, mettendosi in fila la mattina del giorno della festa del patrono cittadino per ricevere una fumante porzione della gustosa e ricca trippa lodigiana. La trippa è un piatto che sembra all'apparenza povero, preparato a partire dalle interiora dell'animale, ma che si arricchisce di verdure e spezie cucinate a lungo con sapiente cura e con il gusto antico per le cose lente e ripetitive. Quando nei tempi della grande palude lodigiana, quella dove aleggiava il respiro pirico del mitico drago Tarantasio, i poveri perdevano ogni speranza di mangiare carne nobile, non rimaneva che cibarsi dei resti e degli scarti del bestiame che non veniva utilizzato dagli allevatori. La fame ingegnò la popolazione che imparò presto a rendere commestibile le trippe, gli intestini e le budella gettati via come rifiuto. Come dei riciclatori ante litteram, aggiunsero poi quegli ingredienti che ancora ora ne caratterizzano la tipicità. Si raccontava, poi, tra le nebbie domenicali adagiate sulle rive umide delle rogge, nei cammini mattutini per la cacciagione di fiume, che la peste, già implacabile sterminatrice a Milano, non fosse così crudele con Lodi, i cui abitanti apparivano in qualche modo maggiormente resistenti al morbo o addirittura miracolosamente immuni. Ciò forse era dovuto a quell'abitudine non proprio aristocratica di nutrirsi di abbondanti piatti di trippa? Qualcuno così pensò e presto la leggenda prese voce, diffondendosi fino ai giorni nostri. La Ttrippa previene la malattia, pensavano i lodigiani antichi. La tradizione arriva così fino ai giorni nostri incontrandosi con il culto cittadino per Bassiano, vescovo di Lodi, contemporaneo del potente milanese Ambrogio, del quale fu amico e confidente. Ancora oggi si dice che "Mangià la büseca de San Bassan vör di sta ben tüt l'an".  La Pro Loco di Lodi ha voluto ormai da diversi anni riprendere e mantenere questa tradizione di buon auspicio per l'anno nuovo che comincia, organizzando la distribuzione gratuita a tutta la cittadinanza della trippa all'interno delle celebrazioni della Festa Patronale, che si festeggia il 19 gennaio.

giovedì 13 gennaio 2011

Trippa tossica in Vietnam

Oltre una tonnellata di trippa bovina destinata al commercio è stata scoperta nella provincia di Dong Nai, a sud del Vietnam, mentre veniva illegalmente sbiancata con prodotti chimici tossici. La polizia vietnamita ha sequestrato la partita di trippa, assieme a venticinque chili di borace, trenta chili di allume di rocca, tre chili di colorante artificiale e venti fusti di detergente chimico usato nel processo di sbiancatura. La ditta colpevole di questo reato non ha saputo fornire prove della provenienza delle frattaglie, mancava del regolare permesso di lavoro e dei necessari certificati dell'ufficio di igiene. Il nucleo antisofisticazioni della polizia locale ha quindi messo i sigilli al laboratorio ed ha multato il proprietario.

lunedì 10 gennaio 2011

La macchina di Bowers

Una curiosa macchina automatica per la preparazione di "piatti pronti", fra cui anche la trippa, appare nel film muto americano del 1926 "He done his best". Per l'articolo completo rimando al sito di TroppaTrippa.com dove sono disponibili anche diverse foto del comico filmato.