
Per prima cosa mi sono buttato sulla trippa, preparata nella versione calabrese, che è bastato scaldare per cinque minuti sul fornello di casa. Ottima la consistenza, brodoso il sugo di accompagnamento, ben distinguibile il sapore di origano, peperoncino dolce (un po' meno quello dell'alloro) e piccante direi il giusto anche per chi calabrese non è.


Sono poi passato al piatto forte, ovvero 'u morzeddhu catanzarisa. Un tempo mangiato a colazione da agricoltori ed operai nelle caratteristiche osterie chiamate putiche, il morzello è stato il primo prodotto catanzarese ad essere tutelato col marchio di qualità della Denominazione Comunale d'Origine. Si tratta di una preparazione a base di trippa e frattaglie (cuore/polmone) da consumarsi bollente, spesso "caricato" da un'ulteriore aggiunta di peperoncino rosso. Secondo tradizione va mangiato accompagnato dalla pitta, tipico pane catanzarese a forma di ciambella schiacciata, che - tagliato a mezzaluna, aperto nel mezzo e riempito di morzello - viene poi inzuppato ai lati nel sugo piccante. Non avendo la pitta - praticamente introvabile qui a Firenze - ma forte del fatto che può essere consumato anche come secondo piatto a sé, mi è bastata... una scodella ed una forchetta. Piccante come si conviene a quello che viene familiarmente chiamato "l'illustrissimo", accompagnato da un sugo più denso di quello della trippa alla calabrese, il morzello ha sapientemente esaltato sia il sapore delle frattaglie che quello del peperoncino regalando un'ottima esperienza che sono sicuro lascerebbe contenti anche i calabresi lontani da casa.


Trippa e morzello (ed altre specialità del Sud) si possono trovare nei supermercati della grande distribuzione oppure acquistare direttamente sul sito di Genius Gastronomia.
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