mercoledì 27 novembre 2019

Ramen con trippa

Avevo già mosso i primi passi nell'affascinante mondo delle preparazioni asiatiche di trippa, assaggiando a Firenze il ramen col lampredotto. L'occasione per riavvicinarmi al paese del Sol Levante, sempre senza uscire dai confini nazionali, ed aggiungere un'altra tappa al mio inarrestabile "Tour de tripe"® mi è stata offerta quando, girovagando per le strade di Milano, mi sono soffermato ad esaminare il menù del ristorante Zazà Ramen, ristorante che si sottotitola "Noodle bar & restaurant" ma che - lungi dall'essere un altro ristorante giapponese - propone un'interpretazione italiana, fresca e gustosa del ramen, il popolarissimo piatto di spaghettini preparati in maniera tradizionale ma con un tocco italiano. La soddisfazione è stata enorme quando ho notato che qui proponevano l'ibukuro ramen, considerando che per deformazione professionale una delle poche parole di giapponese che conosco è appunto "ibukuro" che significa "stomaco".



La gentilissima cameriera ha confermato che si trattava appunto di una preparazione a base di trippa e dunque, assieme al doveroso bicchiere di Asahi Super Dry, una delle mie birre preferite, ho ordinato e degustato una scodella fumante di trippa stufata, cavolo verza, sedano rapa, uovo sodo, konnyaku (la radice di una pianta giapponese), alghe, e gli spaghettini di grano tenero (nudolini orientali) nel brodo insaporito da zenzero, saké e salsa di soia profumata al katsuobushi (tonno palamita). Ramen con trippa, buona la seconda.

Nessun commento: