A Castello, la trippa è una tradizione culinaria che risale al Medioevo. Localmente chiamata "centopelli" sempre in epoca medievale, contribuì ad affibbiare il nomignoli di centopelli, agli abitanti di Castelfiorentino, paese limitrofo di Certaldo, che diede i natali al grande Giovanni Boccaccio. Secondo le cronache medievali, pare che anche il sommo poeta Dante Alighieri, quando veniva a trovare il suo amico poeta, Terino di Castelfiorentino, per passare una serata in dolcissima compagnia, con qualche giovanissima "escort" dell'epoca, nei postriboli di via Guazzaborrana, non disdegnasse di papparsi un piatto di buona trippa, in qualche osteria del paese. Povera Beatrice! Ve lo immaginate, cosa avrebbe pensato, se avesse saputo che il suo amato, era un frequentatore di bordelli?
Oh Maresco che si fa?
Si farà una trippettina
con carota e sedanina?
Un soffritto di cipolla
per la gola mai satolla.
Una foglia di verde alloro,
e passata di pomodoro.
Poi si mette a fuoco lento
la si gira ogni momento.
Quando ha preso il suo colore
la si stacca dal bollore.
Con un mestolo ben fatto
la si sforna dentro il piatto
Stappa un vino d'annata
e sei pronto alla strippata...
domenica 26 gennaio 2014
Viva la trippa di Castello!
Riporto questa simpatica poesia sulla trippa di Castello, ovvero Castelfiorentino (come viene chiamato dai propri abitanti questo Comune della Val d'Elsa, in provincia di Firenze) scoperta con piacere sul blog del Poeta sulle 23:
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