martedì 20 luglio 2021

Panino al seitanotto

Per assaggiare i piatti più disparati di trippa si può dire che abbia girato mezzo mondo. Oggi il dovere di cronaca mi ha portato dall'altra parte di Firenze, nella zona di Novoli, dove si trova il microristorante Olistic House. Questa startup innovativa, pensata come studio di trattamenti olistici nel quale il cibo viene condiviso come esperienza non violenta e sostenibile - alla guida di Ida e dello chef Tano, per i quali l'alimentazione rappresenta una reale possibilità di cambiamento per il pianeta - per la gioia di tutti i fiorentini vegani propone nientemeno che un panino al "seitanotto", ovvero un "lampredotto" di seitan ricavato dal glutine del grano.



Venirne a conoscenza e provarlo è stato ovviamente tutt'uno. Da vero fiorentino, scettico quanto basta, in tutta onestà non mi aspettavo niente di che, ma devo dire che, per essere uno che il lampredotto lo mangia e lo conosce - permettetemi - visceralmente, l'esperienza di gustare il panino col seitanotto è risultata quanto di più vicino ci si possa aspettare a quella a cui aspira. Il merito va tutto allo chef, che innamoratosi di Firenze proprio grazie ad un panino al lampredotto, dopo aver abbracciato la filosofia vegana ha trascorso anni a perfezionare questa preparazione per ringraziare e rendere omaggio al capoluogo toscano che lo accoglie. Non per niente il seitanotto viene presentato come "Impavida alternativa del leggendario panino fiorentino", un sottotitolo che la dice lunga sul rispetto che lo chef mantiene nei confronti del panino-simbolo di Firenze, che anche per lui resta comunque insostituibile.



Accomodatomi nel dehor esterno del 1960 Cafè Design - insolito "urban bar" che fa da cassa di espansione al microristorante, ed assieme al quale i proprietari della Olistic House stanno portando avanti una collaborazione non solo di ristorazione complementare ma anche di rivalutazione urbanistica della zona - ho ordinato dunque l'insolito panino abbinato alla sua bella fresca birra rigorosamente artigianale, che all'amaro delicato unisce il pregio della sostenibilità essendo realizzata sfruttando niente meno che energia geotermica. Lascio alla descrizione del menù il compito di presentare il panino al seitanotto, visto che racconta meglio di quanto potrei fare, la passione e la cura che lo chef Tano dedica alla preparazione di questa proposta:
Passerina poco bagnata fatta in house da “i' semellaio”, seitan sbucciato e massaggiato con olio di cocco bio e tamari, salsa verde e salsa pizzichente, accompagnato da patate rotte e infornate.
E l'avventura vegana è stata davvero coinvolgente, dalla simpatica presentazione nella gamella, al delizioso panino inzuppato ed incartato come si deve, con una base di familiarità garantita dalla salsa verde e da quella piccante. Il verdetto? Chi ha già mangiato un panino al lampredotto rimarrà leggermente spiazzato dal fatto che non sappia di lampredotto, tanto l'esperienza è vicina al quella del chiosco. Chi invece per scelta non mangia carne potrà finalmente condividere un momento così tipicamente fiorentino senza alcun rimpianto, se non quello che un panino al seitanotto finisce troppo presto.

2 commenti:

Gaucho ha detto...

Consiglio a tutti di provare il SEITANOTTO fantastico!!
Non è solo un panino ma una SPLENDIDA ESPERIENZA!!

Unknown ha detto...

davvero stra buono!