L'osteria del Sala era chiamata del Fiuranell, nome ereditato da un loro trisnonno vissuto nell'Ottocento, di nome Fiorano. Si trovava proprio sull'angolo tra la via Principale e la via Fontanile, dove ora c'è il parrucchiere. All'ingresso trovava posto un enorme bancone per la mescita del vino con alle spalle una parata di misurini in vetro: da un litro, da mezzo, da un quarto e perfino da un quinto di litro. Completavano la parata tantissimi bicchieri e caraffe di diverse misure. Dopo un breve corridoio si arrivava in un altro locale con i tavoli, dove gli avventori si fermavano a bere o a giocare. In inverno veniva accesa una grossa stufa in ceramica, simile a quelle tirolesi. Annessa a questo locale c'era un'ampia cucina con un grande camino dove, sempre in inverno, alcuni uomini usavano sedere sulle panche di legno e, soprattutto il pomeriggio della domenica, passavano il tempo a parlare dei lavori agricoli al calore della fiamma. In estate invece venivano preparati anche i tavoli all'esterno, sotto il porticato o in cortile. Oltre che un'osteria, il Fiuranell era una trattoria dove si poteva mangiare dell'ottimo brasato con polenta e bere un barbera forte del Piemonte. Ogni venerdì sera inoltre venivano preparati trenta, quaranta chili di trippa, buseca, che si poteva mangiare sul posto, oppure come facevano molte famiglie soprattutto di Verderio Inferiore, se ne poteva riempire il pentolino di alluminio con il coperchio, stuen, caldaio o paiolo, e portarsela a casa. La famiglia Sala macellava anche il bestiame, soprattutto mucche, e ne vendeva la carne.
Questo brano - pubblicato sul blog di Marco Bartesaghi che si occupa della storia di Verderio Superiore (Lecco) - è stato tratto dal libro di Giulio Oggioni "Quand sérum bagaj" (p. 32), pubblicato nel 2004 dalla casa editrice Marna.
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