giovedì 23 aprile 2009
Oggi il kebab, domani il lampredotto?
La Regione Lombardia ha varato questa settimana una legge per regolamentare il cibo di strada. Nata dietro la spinta della Lega, per arginare il «fenomeno kebab» ovvero i locali arabi aperti giorno e notte, e combattere così l'affollamento di fronte ai ritrovi etnici, di revisione in revisione questa legge dal vago sapore protezionista si è trasformata di fatto in un provvedimento punitivo che penalizza tutti gli esercenti, sia extracomunitari che italiani. Non solo dunque "kebaberie" ma anche gelaterie, pizzerie d'asporto, rosticcerie e rivendite di piadine che dovranno chiudere tassativamente entro le una del mattino, fornire solo posate e bicchieri usa e getta, ed assicurarsi che i clienti non consumino quanto acquistato sui marciapiedi nelle adiacenze del locale, pena sanzioni fino a tremila Euro. Una legge che potrebbe costituire un pericoloso precedente, se adottata in Toscana, per i nostri trippai onnipresenti con i loro banchini nelle strade di Firenze. Le proteste non si sono fatte aspettare ed a mezzogiorno si è tenuta oggi una manifestazione in via Borsieri a Milano, alla presenza di centinaia di partecipanti, fotografi, giornalisti e politici, mentre c'è già chi vuole istituire la ricorrenza della Giornata del Cibo di Strada da celebrarsi ogni anno il 23 aprile.
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